Essere, apparire.

Passiamo tutta la vita scavando a fondo cercando di portare alla luce quanto più possibile i nostri diversi aspetti, cercando di farli collimare e combaciare, per noi stessi e per gli altri che ci osservano. Poi non ci rendiamo conto che siamo come lune vaganti che avranno sempre un lato buio.

Stamattina sbirciavo in rete, voglia di lavorare zero. Sono passata su un blog in cui un frammento di dialogo tra amiche tratteggiava la masochista come una personcina atipica e un poco malata – seguivano a ruota commenti in cui tutti si proclamavano scettici di fronte al sadomasochismo e al bondage, ridacchiavano al pensiero dell’uomo mascherato da batman.

Poi son finita a cercare libri scontati, e mi sono imbattuta in questo titolo: Il brutto delle donne. Fenomenologia semiseria del masochismo femminile.

Ci risiamo. L'ennesimo caso in cui mi lascio urtare dalla differenza di visione che hanno gli altri. Non capisco perchè continuo a sentirmi punta sul vivo, quando so benissimo che coloro che dimostrano vedute così ottuse son soltanto struzzi con le teste nascoste sotto la sabbia. Lo so, eppure mi crogiolo nell'incomprensione, che diventa quasi vittimismo. Forse è questo il mio lato non illuminato: la necessità di sentire emotivamente come errore un fatto che invece razionalmente ho accettato e (forse) superato. Che sia questa la motivazione all'inedia che mi prende? L'impossibile inquadramento in un facile "sono sbagliata, devo esser punita per questo"? Che sia per questo che rimango ancorata ad un uomo che amo e che mi ama (a modo nostro, ovviamente), ma mi accusa di identità sessuale distorta, pur senza che io la viva?

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2 commenti su “Essere, apparire.

  1. Amarsi significa anche condividere, avere complicità. Cosa urta il tuo “uomo”? Cosa lo rende così distante dal “tuo mondo”? Non vivi questa tua “identità” per paura…o per scelta?

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